Esempio di impianto termico completo di dispositivi di addolcimento e disaerazion
27 Luglio 2017

Addolcimento e disaerazione sono sufficienti a prevenire la corrosione negli impianti termici?

Negli impianti di climatizzazione, la corrosione è certamente una delle problematiche più diffuse e meno note.

Sicuramente la qualità dell’acqua che viene utilizzata per il caricamento di questi sistemi assume un aspetto fondamentale per prevenire questo gravoso problema, tanto più che è diventata oggetto anche del D.M. del 26 Giugno 2015 e trattata nello specifico dalla norma UNI 8065 (clicca qui per leggere alcune precisazioni sull'aggiornamento 2019 della stessa normativa).

Tra le righe di questa normativa si evince infatti che il fenomeno della corrosione si presenta sotto diverse forme e può derivare da molteplici fattori, tra i quali:

  1. materiali utilizzati per l'impianto
  2. geometria del sistema
  3. caratteristiche termiche dell'acqua.

Erroneamente si potrebbe pensare che un’acqua destinata al consumo umano, come quella potabile che viene fornita dagli acquedotti, non sia nociva, ma in realtà, il suo contatto con leghe metalliche, rame ed altri materiali presenti, può innescare processi chimici che compromettono l’integrità dei materiali stessi.

La medesima normativa prevede che, per ogni taglia di impianto, che venga innanzitutto trattato con degli additivi filmanti, normalmente a base di molibdeno, in grado di generare uno strato protettivo su tutta la superficie a contatto con l’acqua. Questo trattamento dovrebbe essere già in grado di proteggere l’impianto da fenomeni corrosivi, se dosato correttamente (qui un articolo sui condizionanti chimici obbligatori da normativa).

Evitare la cavitazione con la disaerazione dell’impianto di climatizzazione.

La presenza di aria nel sistema è in grado di generare un fenomeno che in apparenza appare come la corrosione, ma in realtà totalmente differente e non controllabile con la semplice barriera protettiva: la cavitazione.

La cavitazione infatti è un processo fisico per cui, in presenza di un incremento di temperatura, vengono generate delle micro bolle di vapore (cavità) che, in seguito a variazioni di velocità tipiche dell’attraversamento delle valvole, o all’interno dei circolatori, esplodono, danneggiando il componente con cui sono in contatto. La disaerazione del circuito chiuso perciò assume un ruolo fondamentale nella salvaguardia della salute dell’impianto di climatizzazione.
(Clicca qui per le soluzioni dedicate alla disaerazione disponibili a catalogo).

Evitare depositi di calcare su scambiatori di calore?

Nella norma sopra citata si fa anche riferimento all’utilizzo di sistemi di addolcimento (obbligatori sopra ai 100 kW di potenza dell’impianto ed acqua di riempimento con durezza superiore ai 15°F) come strumento di protezione dell’impianto. Qui i prodotti per l'addolcimento dell'acqua.

In realtà l’addolcimento non è un trattamento volto a prevenire la corrosione, ma un sistema per evitare l’insorgere di depositi di calcare, specialmente sugli scambiatori di calore, che possono compromettere l’efficacia del sistema.

Tuttavia,  in alcune condizioni questo processo chimico può modificare il pH dell’acqua trattata, rendendola aggressiva per i materiali utilizzati nel circuito chiuso, per questo è importante verificare le caratteristiche del fluido dopo il suo trattamento ed utilizzare comunque degli additivi di protezione come i filmanti citati in precedenza.

Scarica la guida sul "TRATTAMENTO DELL’ACQUA NEGLI IMPIANTI DI CLIMATIZZAZIONE"

Categorie in cui appare
Commenti
ALBERTO
28 Luglio 2017

Buongiorno.
Certo del fatto che la disaerazione sia decisamente importante ritengo che sia importante anche verificare sugli impianti che NON vi sia aspirazione d'aria per mezzo della pompa per errata posizione di valvole di sfiato o altro.
Chiedo poi se vi siano studi su utilizzo di materiali plastici senza barriere ossigeno per la realizzazione di impianti termici di riscaldamento - non a bassa temperatura (a radiatori) - per tutta la rete di distribuzione. Sia in centrale termica che per le dorsali principali sino ai setelliti d'utenza.
Grazie e saluti

marco_godi

In reply to by ALBERTO

01 Agosto 2017

Buongiorno,
sono Marco Godi e mi occupo di assistenza impiantistica.
Sicuramente è importante verificare la corretta posizione delle valvole automatiche di sfogo aria, visto che, come giustamente segnalato, possono essere installate in aspirazione per mezzo della pompa.
In questi casi è comunque possibile risolvere il problema installando delle valvoline antiaspirazione come la nostra serie 5621 che evitano all’aria di essere aspirata all’interno dell’impianto.
Normalmente la superficie di contatto con l’atmosfera dei componenti in materiale plastico risulta essere la minima parte dell’intero sistema, per questo non ci risultano attualmente studi su questi dispositivi.
Cosa differente si potrebbe dire delle tubazioni usate per la distribuzione, in questo caso infatti esiste una norma di prodotto relativa alla realizzazione di questi componenti.
È comunque vero che, anche se non tutti i tubi hanno la barriera ossigeno, al giorno d’oggi sono utilizzati esclusivamente quelli in cui è presente.

Christian
09 Agosto 2017

Alberto,perché vorrebbe delle tubazioni plastiche senza barriera ?

Questa domanda serve per verificare se sei o meno un visitatore umano e per prevenire l'invio automatico di spam.