18 Giugno 2020

Le risposte al webinar "La distribuzione dell’acqua negli impianti sanitari"

Abbiamo raccolto in unico post le domande che ci avete posto durante il webinar "Coffee with Caleffi. La distribuzione dell’acqua negli impianti sanitari.  Sicurezza, funzionalità e controllo". Qui sotto il video registrato.

  • È da escludere l’utilizzo di cavi autoscaldanti?

I cavi autoscaldanti non sono da escludere anche se nella presentazione non sono estati espressamente citati. La loro limitazione risiede principalmente negli assorbimenti elettrici nella fase di spunto, nella difficoltà di ramificare il sistema, ma soprattutto nell’impossibilità di mantenere l’acqua in movimento aumentando i rischi di proliferazione batterica a causa della stagnazione. Potrebbe essere una soluzione da valutare per applicazioni specifiche sotto-controllo.

  • Il ricircolo è attivo sempre o solo in alcune fasce orarie?

In impianti con esigenze particolari il ricircolo può essere mantenuto attivo per 24 ore: ad esempio nei casi di richiesta continua di acqua calda. In ambito residenziale si possono utilizzare dei timer per cui il ricircolo viene attivato solo in alcuni periodi, per esempio di giorno. Il ricircolo potrebbe inoltre essere gestito da un termostato ed attivato in funzione della temperatura della rete. Oppure, attivato solo durante la richiesta, per esempio collegato a dei flussostati. Esistono anche sistemi con regolazione autoadattiva che, analizzando le abitudini di utilizzo del circuito, lo attivano solamente nei momenti di necessità.

  • In un impianto centralizzato, quando le utenze sono lontane dalla cassetta e non si rispettano i 30 secondi o i 3 litri come si fa? Anche nel caso di satelliti d'utenza.

Negli impianti centralizzati con ricircolo sulla colonna o al piano, come mostrato nel webinar, solitamente le distanze tra il punto di distacco della linea di ricircolo e l’ultimo apparecchio sono ridotte, così come i volumi di acqua all’interno di queste utenze.

In casi particolari, qualora fosse tecnicamente impossibile realizzare il ricircolo secondo i criteri descritti nel webinar (volume complessivo di acqua calda nelle tubazioni escluse dal ricircolo minori di 3 litri e tempi di attesa inferiori ai 30 secondi), andrebbero effettuati periodicamente dei flussaggi con lo scopo di mantenere comunque l’acqua in movimento nei tratti terminali a rischio di stagnazione.

Per quanto riguarda l’esempio con i satelliti di utenza, la generazione di acqua calda avviene attraverso lo scambiatore del satellite e quindi il ricircolo normalmente non è presente. Si ricade nel caso di un impianto autonomo con produzione istantanea di acqua calda sanitaria.

  • È ipotizzabile utilizzare dosatori di cloro al fine di proteggersi dalla legionella abbassando così le temperature del bollitore e ricircolo e quindi ottenere un risparmio energetico?

La soluzione è sicuramente fattibile, in quanto, come specificato durante il webinar, è possibile affiancare trattamenti di tipo chimico ai trattamenti termici, dopo aver effettuato la obbligatoria analisi di rischio. Inoltre si dovranno valutare con attenzione le conseguenze dovute all’introduzione di cloro all’interno degli impianti. In particolare il cloro risulta essere corrosivo e potrebbe provocare danni alle tubature. La concentrazione necessaria al trattamento influisce negativamente sulla qualità dell’acqua.

  • Come si risolve il problema del ricircolo in presenza di miscelatore termostatico, che chiude le vie autonomamente?

Nel caso di miscelatore termostatico al punto di utilizzo, il circuito di ricircolo deve essere chiuso prima del miscelatore stesso e si realizzerà uno stacco dal ramo caldo per servire l’utenza. Il miscelatore ha la funzione di controllo della temperatura dell’acqua a servizio dell’apparecchio.

Nel caso di miscelatore termostatico od elettronico inserito nel punto di distribuzione, in centrale termica, risulta importante il collegamento della tubazione di ricircolo sia sull’ingresso freddo del miscelatore sia sull’attacco verso il bollitore, in modo da permettere la circolazione dell’acqua sia attraverso il bollitore sia verso il miscelatore anche quando una delle porte di quest’ultimo è chiusa.

In caso di disinfezione termica, al fine di garantire il corretto raggiungimento delle temperature in tutti i punti del circuito, sarà necessario bypassare il miscelatore se termostatico oppure cambiare il set di temperatura in caso di miscelatore elettronico.

  • La UNI 9182 tende a "sovrastimare" le portate di progetto rispetto ad altre norme?

La UNI 9182 descrive il metodo di dimensionamento delle tubazioni di acqua calda e fredda utilizzando il metodo delle unità di carico.

Rispetto alla EN 806-3 (metodo semplificato), la UNI 9182 tende a sovradimensionare le tubazioni, portando a valori di portate di progetto superiori. Questa tendenza a sovradimensionare la rete causa:

  • problemi di funzionamento dei componenti installati (ad es: riduttori di pressione e miscelatori), costretti a lavorare con portate molto più basse rispetto a quelle di progetto, fuori dal loro campo di lavoro ottimale;
  • maggiori costi delle reti di distribuzione (tubazioni più grandi e relativi componenti);
  • maggiori dispersioni termiche e tendenza a sovradimensionare, oltre alle tubazioni della rete, anche i generatori di calore e i serbatoi di accumulo;
  • Velocità di circolazione nella rete più basse, maggior ristagno dell’acqua e maggior rischio di formazione di depositi e sviluppo di batteri.

 

  • L’impianto ad anello è più sicuro verso i batteri anche se c’è un consumo aggiuntivo di materiale?

La soluzione ad anello chiuso che abbiamo proposto nel webinar, permette di avere una rete di distribuzione interna al bagno perfettamente bilanciata e di ridurre al minimo il rischio di stagnazione. Aprendo infatti un apparecchio, l'acqua potrà arrivare subito da entrambi i rami, generando movimentazione dell'acqua in tutto l'anello. Quindi, a fronte di un maggiore sviluppo delle tubazioni, si assicurano sia un miglior bilanciamento sia una condizione di minor probabilità di proliferazione batterica.

  • Quali sono i limiti dimensionali di impiego dei vari tipi di tubazioni per acqua calda e acqua fredda?

Il dimensionamento delle tubazioni va calcolato secondo le norme tecniche in vigore. La EN 806-3 propone delle tabelle con cui determinare il diametro di ciascun tratto di tubazione in funzione delle unità di carico servite e del tipo di materiale usato. Comunque, nota la portata di progetto e imponendo una velocità massima all’interno della rete di distribuzione, si può calcolare il diametro della tubazione e quindi andare a sceglierne una tra quelle disponibili sul mercato. La velocità massima non dovrà essere troppo elevata per non incorrere in rischio di rumorosità e vibrazioni nell’impianto (tubazioni sottodimensionate). Sono inoltre da evitare velocità troppo basse in quanto si perderebbe l’effetto di flussaggio delle tubazioni rendendole igienicamente meno sicure, andando inoltre ad allungare i tempi di disponibilità di acqua calda al punto di prelievo e incrementando le dispersioni termiche della rete (tubazioni sovradimensionate).

  • Come considerare le tubazioni pre-isolate doppie e/o triple a causa della possibile trasmissione termica tra le tubazioni di acqua fredda e calda? Meglio limitarne l'uso?

La tubazione dell’acqua fredda non deve mai essere isolata e deve essere mantenuta separata rispetto alle tubazioni di acqua calda e di ricircolo, che invece possono anche essere comprese all’interno della stessa guaina isolante.

  • Quale norma prevede il marchio Low Lead del materiale dei raccordi?

Attualmente non esiste una norma che obbliga all’utilizzo di materiali Low Lead in Italia, anche se la tendenza in molti paesi esteri è sempre più orientata verso materiali di questo tipo. L’utilizzo di questi materiali consente di muoversi già verso soluzioni per il futuro nel pieno rispetto dell’ambiente e della salute.

  • Si può fare il ricircolo fino all’interno del locale bagno?

La realizzazione di un circuito di ricircolo all’interno del locale bagno fino all’apparecchio consente di limitare i rami morti dell'impianto e di sfavorire la proliferazione batterica. Si tratta di una soluzione tecnicamente fattibile ma che prevede alcune complicazioni, sia tecniche sia economiche:

  • maggiori costi di gestione visto che le perdite di calore del ricircolo sono superiori in quanto le tubazioni sono più estese;
  • perdite di carico interne al circuito di ricircolo superiori, attenzione al dimensionamento e ai consumi della pompa di ricircolo;
  • difficoltà nell'intercettazione a monte, in caso di interventi di manutenzione sul bagno anche il ricircolo verrà interrotto
  • impedisce l’installazione di riduttori di pressione dedicati al singolo bagno che si troverebbero a lavorare all’interno del circuito di ricircolo, non potendo svolgere la loro funzione.

Va considerato che i tratti di tubazione interni al singolo bagno solitamente non sono troppo estesi: l’aggiunta del ricircolo non cambierebbe significativamente i tempi di attesa.

  • Qual è la percentuale di cloro consigliabile per disinfettare le tubazioni dalla possibilità di legionella?

Per quanto riguarda le concentrazioni di cloro da impiegare nell’impianto, si deve fare riferimento alle linee guida per la legionella 2015, sezione dedicata alla clorazione descritta nell’allegato 13.

  • Qual è la posizione più corretta per gli anticolpo d’ariete?

I dispositivi anti-colpo d’ariete per avere la loro massima efficacia andrebbero sempre posizionati in prossimità dell’apparecchio che genera l’incremento di pressione, quindi nei punti più periferici del circuito. In caso di difficoltà di installazione nei punti periferici sarà possibile installarli in un punto di ingresso alla distribuzione del singolo bagno. È inoltre importante che siano sempre installati in luoghi ispezionabili.

  • Una domanda riguardo il ricircolo. Non ho dimestichezza con questo accorgimento tecnico. La pompa è sempre in funzione o si accende in base a temperatura del liquido, a temporizzazione, ecc.? Inoltre, se le utenze sono chiuse si possono avere problemi alla pompa?

In impianti con esigenze particolari il ricircolo può essere mantenuto attivo per 24 ore: ad esempio nei casi di richiesta continua di acqua calda. In ambito residenziale si possono utilizzare dei timer per cui il ricircolo viene attivato solo in alcuni periodi, per esempio di giorno. Il ricircolo potrebbe inoltre essere gestito da un termostato ed attivato in funzione della temperatura della rete. Oppure, attivato solo durante la richiesta, per esempio collegato a dei flussostati. Esistono anche sistemi con regolazione autoadattiva che, analizzando le abitudini di utilizzo del circuito, lo attivano solamente nei momenti di necessità. Anche se le utenze sono chiuse, la pompa non potrà mai avere problemi in quando il circuito di ricircolo è collegato a monte delle utenze (apparecchi sanitari) e vi è sempre libera circolazione di acqua.

Commenti
oreste frediani
13 Dicembre 2020

a cosa servono i collettori con flussimetro per impianti a termosifoni?
Grazie

marco_godi

In reply to by oreste frediani

14 Dicembre 2020

I flussimetri sono sistemi di bilanciamento delle portate con indicazione visiva della quantità d'acqua instantanea che li attraversa. Normalmente sono utilizzati sugli impianti a pannelli radianti, ma non è escluso il loro utilizzo anche su impianti a radiatori.

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