Rivista Idraulica 63
14 Febbraio 2023

SISTEMA DI SCARICO DELLA CONDENSA

Trovi questo articolo nel numero:
Rivista Idraulica 63
Autore
Ingg. Elia Cremona e Pietro Malavolta

Durante il normale funzionamento delle unità VMC, è possibile che si verifichino le condizioni di formazione della condensa all’interno del recuperatore di calore. Questo può avvenire in particolare nella stagione invernale, quando il recuperatore di calore viene attraversato da un lato dall’aria di ripresa carica di umidità e dall’altro da aria esterna a bassa temperatura. In queste condizioni la temperatura dell'aria di ripresa può scendere fino al punto di rugiada, dando cosi origine alla formazione di condensa (Fig. 4). In modo simile, ma meno marcato, anche durante i mesi estivi può avvenire la formazione di condensa; in questo caso risulta proveniente dall’aria esterna che, a seconda delle condizioni climatiche, può essere più calda e umida rispetto all’aria di ripresa. Per questo motivo, le unità VMC devono essere dotate di appositi sistemi di scarico e di raccolta della condensa. Nella progettazione di questi ultimi, va in particolar modo tenuto conto del fatto che il lavoro stesso dei ventilatori a bordo macchina crea depressioni (o talvolta pressioni positive) che possono interferire con il corretto funzionamento dello scarico. È bene quindi prevedere un'adeguata progettazione del sifone di scarico o il corretto utilizzo di appositi sistemi di scarico, spesso dotati anche di dispositivi meccanici antiriflusso e antiodore. 

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Nel caso in cui i ventilatori presenti all’interno dell’unità di ventilazione generino una zona di depressione in corrispondenza dello scarico della condensa, occorre dimensionare il sifone in modo da evitare svuotamenti e riflussi dell’acqua. A questo scopo è necessario rispettare la profondità minima del sifone indicata in Fig. 5, nella quale è rappresentata la situazione in cui il ventilatore è in funzione e provoca una aspirazione della colonna di liquido proporzionale alla prevalenza generata. La dimensione H deve essere pari ad almeno due volte la colonna d’acqua aspirata in modo da avere un buon margine di sicurezza. 

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Anche nel caso in cui i ventilatori generino una pressione positiva sullo scarico condensa, occorre prevedere un corretto dimensionamento del sifone. A differenza del precedente, non sussiste il rischio di aspirazione della condensa verso l’unità di ventilazione, ma occorre impedire lo svuotamento del sifone tramite un corretto dimensionamento. Nella Fig. 6 sono rappresentati i livelli dell’acqua di condensa all’interno di un sifone che subisce l’influenza del ventilatore in funzione: in questo caso la dimensione H è riferita al lato di scarico del sifone e deve essere prevista pari ad almeno due volte la colonna d’acqua “spinta” dalla pressione. 

In alternativa alla realizzazione di uno scarico a sifone, sono presenti sul mercato alcuni dispositivi di semplice installazione, realizzati appositamente per svolgere la funzione di scarico della condensa. Tali componenti, spesso, integrano dei sistemi di ritegno con lo scopo di evitare problemi di riflusso, prevenendo, inoltre, la propagazione di odori (Figg. 7-8). Rispetto a quelli a sifone, presentano il vantaggio di garantire la loro funzionalità anche in caso di svuotamento per evaporazione. Per il corretto funzionamento occorre garantire un minimo battente idrostatico, necessario a consentire il passaggio del flusso. 

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