Controllo della legionella coffee with Caleffi

Il controllo della Legionella: tra nuove normative e strategie di prevenzione

Autore
Ing. Luca Guanella

Evoluzione normativa: la gestione del rischio lungo tutta la filiera

Il rischio Legionella è tornato con forza al centro dell’attenzione, spinto anche da casi concreti verificatisi sul territorio italiano. È da questa urgenza che prende le mosse l’attuale impianto normativo, frutto di un’evoluzione che parte dalle direttive europee fino ad arrivare al recente Decreto Legislativo 102/2025, che aggiorna e integra il D.Lgs. 18/2023, in recepimento della direttiva europea sulla qualità dell’acqua potabile.

Uno degli elementi cardine del Decreto 18 e dei successivi aggiornamenti è l’approccio basato sul rischio, che si estende su tutta la filiera, dal punto di prelievo fino al punto di utilizzo (rubinetto), con l’obiettivo di garantire la qualità dell’acqua anche nella rete interna degli edifici. Questo comporta:

  • Un ampliamento della valutazione del rischio a tutte le fasi di distribuzione;
  • Una chiara definizione delle responsabilità: il Gestore Idrico Integrato fino al punto di consegna, e il Gestore della Distribuzione Idrica Interna fino al punto d’utenza;
  • L’introduzione di Piani di Sicurezza dell’Acqua (PSA) per i gestori della rete esterna, con processi di approvazione disciplinati dal Rapporto ISTISAN 25/4.

Viene inoltre rafforzata la classificazione degli edifici secondo il livello di priorità, con cinque classi di rischio (da A a E). Le classi prioritarie (A, B, C, D) sono soggette a obblighi crescenti di prevenzione e controllo, mentre la classe E, riservata agli edifici non prioritari (es. condomini e uffici), prevede solo azioni raccomandate, ma non per questo meno rilevanti, soprattutto in presenza di soggetti vulnerabili.

Evoluzione normativa legionella

Temperatura, materiali e disconnessioni: pilastri fondamentali per il mantenimento della qualità dell'acqua

Le indicazioni tecniche per la prevenzione della Legionella Pneumophila, principale specie patogena, ruotano principalmente attorno al controllo delle temperature, alla qualità dei materiali a contatto con l’acqua potabile e alla disconnessione tra reti potabili e non potabili.

Temperature di sicurezza

Il batterio della Legionella prolifera rapidamente tra i 25°C e i 45°C, mentre inizia a morire oltre i 50°C. Di conseguenza, le linee guida attuali (europee e nazionali) raccomandano:

  • Accumuli: ≥ 60°C
  • Mandata: ≥ 55°C (tendenza a salire verso 60-65°C
  • Ricircolo: ≥ 50°C (in crescita verso 55°C)
  • Acqua fredda: ≤ 25°C
Temperature di sicurezza_legionella

L’impianto dovrebbe essere in grado di raggiungere i 70°C in tutti i punti, per consentire interventi di shock termico in caso di necessità. Queste strategie sono efficaci ma pongono anche il rischio di scottature, per cui viene raccomandata l’installazione di valvole termostatiche di miscelazione (TMV) il più vicino possibile ai punti di prelievo.

Materiali e contaminanti

I materiali impiegati negli impianti devono essere conformi a specifici requisiti igienico-sanitari, con particolare attenzione al contenuto di piombo, destinato a diminuire progressivamente. La Decisione UE 2024/367 introduce Elenchi Positivi Europei (EUPL) per i materiali a contatto con l'acqua potabile. In Italia, per i materiali non contenuti all'interno degli EUPL, il periodo transitorio per l’adeguamento termina il:

  • 31/12/2030 se il contenuto di piombo supera i 5 µg/l;
  • 31/12/2032 se è inferiore ai 5 µg/l.

Questi limiti valgono al punto d’uso, quindi devono essere verificati direttamente al rubinetto, non solo all'origine. Componenti Low Lead e antidezincificanti sono da preferire in ottica futura.

Rischio contaminazione e disconnessione

Il rischio di miscelazione tra acqua potabile e non potabile è un altro tema centrale. Le acque classificate come non potabili (agricole, industriali, cliniche, ecc.) non rientrano nel campo di applicazione del D.Lgs. 18/2023, ma sono regolate da normative specifiche (es. D.Lgs. 81/2008). In presenza di punti di interconnessione, è obbligatorio installare dispositivi di disconnessione fisica, come richiesto dalla norma EN 1717:2025.

Soluzioni impiantistiche e scenari futuri per il controllo della Legionella

Dopo il quadro normativo, emerge l’importanza di soluzioni concrete e tecnologiche per assicurare la salubrità degli impianti idrici. In primo piano, il monitoraggio continuo e la gestione attiva del circuito di ricircolo.

Trattamenti antilegionella

I principali metodi di prevenzione e controllo si suddividono in trattamenti:

  • Termici: disinfezione termica periodica o shock termico, ideali in impianti già predisposti a sopportare alte temperature;
  • Chimici: clorazione o altri agenti, efficaci ma con effetti collaterali (corrosività, alterazione del sapore);
  • Fisici: irraggiamento UV e filtrazione al punto di utilizzo, efficaci localmente ma limitati in scala.

Ogni soluzione presenta vantaggi e limiti: l’approccio ottimale spesso prevede una combinazione di metodi, adattati al rischio specifico dell’edificio e alla vulnerabilità degli utenti.

Controllo attivo e reportistica

Controllo attivo e reportistica

Per dimostrare l’effettivo controllo dell’impianto, è cruciale documentare tutte le attività ispettive, manutentive e analitiche. I dispositivi più avanzati consentono:

  • Monitoraggio in tempo reale della temperatura (mandata, ritorno, accumulo);
  • Report automatici in formato Excel;
  • Accesso remoto per gestione multi-sito;
  • Allarmi per scostamenti dai parametri critici.

La normativa non impone un formato standard per i report, ma chiede che siano completi, aggiornati e disponibili per eventuali ispezioni. Questo permette anche al gestore interno di tutelarsi in caso di contenziosi.

Verso nuove linee guida di settore

Con le modifiche introdotte dal Decreto 102 (come ad esempio l'inserimento delle acque uso clinico come acque non potabili) e l’incertezza sul futuro del Rapporto ISTISAN 22/32, il settore attende la pubblicazione di linee guida specialistiche promosse da associazioni come ANACI (per i condomini) e altri enti.
Nel caso degli edifici residenziali, il rischio Legionella resta concreto anche se non ricadono tra gli edifici prioritari. La mancanza di copertura normativa specifica evidenzia l’urgenza di nuove guide tecniche che garantiscano continuità nei controlli e nelle responsabilità, specie in presenza di impianti centralizzati .
 

Domande frequenti

Qual è il significato pratico del limite di 1000 UFC/litro?
Il valore rappresenta il limite massimo di concentrazione di Legionella Pneumophila ammesso nella rete di distribuzione interna. È responsabilità del GIDI garantirlo fino al punto d’uso, quindi anche ai rubinetti.


Come si identifica il confine tra responsabilità del gestore e del GIDI?
Il punto di consegna (di solito il contatore) separa le due aree. Dalla rete pubblica al contatore è responsabilità del gestore; dal contatore al rubinetto è responsabilità del GIDI.


In un condominio con allacci diretti, l’amministratore ha ancora responsabilità?
Sì, se esistono parti comuni (come impianti centralizzati o rubinetti condominiali) l’amministratore ne è responsabile. La rete interna degli alloggi (proprietà private) è invece sotto responsabilità dei singoli proprietari.


Come deve essere effettuato il monitoraggio delle temperature?
Utilizzando miscelatori elettronici o altri dispositivi in grado di registrare e archiviare i dati, da esibire in caso di ispezioni. I dispositivi più avanzati permettono anche il controllo remoto e la produzione di report automatici.


Nell'aggiornamento delle Linee Guida della Legionellosi saranno esclusi l'impianti idrosanitari?
Potrebbe succedere. Per questo è attesa la revisione dei rapporti ISTISAN e la pubblicazione di guide di settore per garantire continuità nelle indicazioni operative.


Quali dispositivi sono consigliati per prevenire le scottature?
L’uso di  miscelatori termostatici il più vicino possibile al punto di utilizzo è la soluzione raccomandata. In alcuni casi, sistemi elettronici possono gestire flussaggi automatici per la disinfezione.


Come evitare la stagnazione e garantire l’equilibrio termico?
Attraverso un corretto bilanciamento della rete di ricircolo, evitando rami ciechi o mal distribuiti. I dispositivi evoluti permettono l’attivazione della pompa di ricircolo a fasce orarie per ottimizzare i consumi.


L'edilizia residenziale pubblica può intendersi appartenente alla classe di priorità D? Anche se ha funzione residenziale?
No, non necessariamente. Come spiegato nel webinar, la classificazione di priorità dipende non solo dalla destinazione d’uso (residenziale o pubblica), ma dalla vulnerabilità degli utenti. Se si tratta di edilizia convenzionata o simile a un condominio, ricade nella classe E (non prioritaria). Solo se esistono caratteristiche di rischio aggiuntive, come soggetti vulnerabili o impianti complessi, può essere valutata come classe superiore (es. C o D).


La Legionella non sarà più gestita nei condomini se non è nel Decreto?
Anche se i condomini non rientrano tra gli edifici prioritari indicati nel D.Lgs. 102/2025, la gestione del rischio Legionella rimane rilevante. Attualmente il riferimento per i condomini è il Rapporto ISTISAN 22/32 e le Linee guida del 2015. Se queste verranno modificate, sarà necessario produrre guide di settore specifiche per colmare il vuoto normativo. Quindi la Legionella continua a dover essere gestita, ma con altri riferimenti


Uno studio odontoiatrico che obblighi ha in merito alla Legionella?
Gli studi odontoiatrici, con l’entrata in vigore del D.Lgs. 102/2025, non sono più considerati edifici prioritari, quindi non rientrano nelle classi A–D. Le acque ad uso clinico sono considerate acque non potabili e quindi non riconducibili al decreto 18. Tuttavia, il rischio Legionella è molto elevato in queste strutture. Per questo sono previste guide specifiche di settore, e viene raccomandato un limite più restrittivo di 100 UFC/litro, invece di 1000. Gli studi odontoiatrici devono quindi adottare misure di controllo equivalenti a quelle delle strutture prioritarie, anche se fuori dal decreto.


In che categoria ricadono affittacamere e appartamenti usati come B&B? Albergo o abitazione?
La classificazione dipende dalle dimensioni e dall’organizzazione dell’attività. Se si tratta di strutture ricettive con ospitalità continuativa e impianti centralizzati, possono rientrare nella classe C (strutture ricettive). In caso di singoli appartamenti usati saltuariamente come B&B, possono essere considerati abitazioni e quindi ricadere nella classe E (non prioritaria). La valutazione è caso per caso.


Sono meglio i trattamenti termici o quelli chimici?
Dipende dalla situazione. Fra i trattamenti termici, lo shock termico è raccomandato quando la Legionella è presente, mentre la disinfezione termica periodica è una misura preventiva. Il trattamento chimico, come la clorazione, è efficace ma può rendere l’acqua non potabile o alterarne il sapore. Le linee guida 2015 suggeriscono un approccio combinato, scelto in base al tipo di impianto e al rischio.


Come si fa a mantenere la temperatura maggiore di 55°C nella rete di distribuzione per poi garantire una temperatura al rubinetto che eviti scottature (<50°C)?
Si utilizzano valvole termostatiche di miscelazione (TMV), da installare il più vicino possibile al punto di prelievo. Questo permette di mantenere alta la temperatura nella rete per prevenire la legionella, ma di abbassarla in uscita al rubinetto per evitare scottature.


Se in un condominio ogni alloggio è dotato di propria fornitura diretta da acquedotto pubblico, l'amministratore non ha responsabilità e non deve prevedere alcuna azione?
Non necessariamente. Anche in questo caso, il condominio potrebbe avere impianti comuni, come irrigazione, rubinetti esterni o impianti centralizzati. In tal caso, l’amministratore è responsabile di queste parti comuni e deve prevedere le opportune azioni. Solo le parti interne a ciascun alloggio sono di competenza del singolo proprietario.


Il limite di  1000 UFC/l può intendersi come il valore limite alla base di una colonna montante di distribuzione di acqua di un edificio ad uso abitativo?
Il limite di 1000 UFC/litro si applica a tutta la rete di distribuzione interna, dal contatore fino al punto d’uso (rubinetto). Quindi non basta misurarlo alla base della colonna montante. Le verifiche devono essere effettuate in punti significativi dell’impianto, compresi quelli più lontani o soggetti a ristagni.
 

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