Caso Studio: Fabrica e Caleffi per Coop Reno
Il progetto.
Politecnica e Fabrica insieme hanno realizzato la progettazione del nuovo Centro Direzionale Coop Reno, un progetto che è già diventato il simbolo del carattere innovativo che da tempo Coop Reno porta avanti sul territorio. Un Centro Direzionale organizzato secondo principi di condivisione ed aggregazione, progettato per svilupparsi funzionalmente nel tempo, sempre nel rispetto dell’ambiente e dei futuri utenti. Il lotto di intervento di circa 19.000 mq, in origine completamente libero e pianeggiante, si trova al termine dell’insediamento produttivo di Poggio Piccolo, nel Comune di Castel Guelfo di Bologna.
Tre dei quattro nuovi edifici che compongono il lotto sono tra di loro connessi da una pensilina che accompagna e protegge il percorso degli utenti generando un sistema che integra architettura e spazi verdi attrezzati.
In particolare, per quanto riguarda gli edifici principali, quello amministrativo si articola su una superficie di 3.800 mq e si sviluppa su 4 livelli fuori terra ed è concepito a pianta libera per garantire la massima flessibilità distributiva interna. Ospita ai piani terra, primo e secondo, luoghi di lavoro di elevata qualità come: spazi ufficio, sale riunioni, aree relax e locali di servizio.
Attraverso un collegamento coperto, l’edificio amministrativo è connesso con il nuovo Auditorium con una cavea interna da 260 posti. L’auditorium sarà principalmente a servizio degli occupanti del centro amministrativo, ma con la possibilità di apertura al pubblico per determinati eventi. Al primo piano trovano posto una zona buffet con locali appositi per la preparazione del food & beverage e un’ampia terrazza con vista parco.
A completamento del lotto vengono realizzati un edificio polifunzionale, un edificio ad uso magazzino ed un edificio tecnologico.
Gli impianti.
L’impiantistica a servizio degli edifici, con particolare riferimento all’edificio amministrativo ed all’auditorium, nasce e si sviluppa secondo criteri di efficienza energetica, qualità nella scelta di componenti, materiali ed apparecchiature e flessibilità nell’uso e nella regolazione degli impianti stessi, anche in considerazione delle nuove e mutate necessità legate alla pandemia Covid-19.
In particolare, gli edifici sono serviti da impianto idronico a ventilconvettori e da impianto di ventilazione ad aria primaria. La distribuzione dell’acqua sanitaria è gestita in modo centralizzato per garantire la qualità dei trattamenti e sono previste la raccolta e la distribuzione dell’acqua meteorica a servizio delle cassette di risciacquo.
Per ottimizzare gli spazi e le future attività manutentive, si è scelto di realizzare un edificio dedicato in cui concentrare gli impianti meccanici, elettrici ed antincendio a servizio degli edifici principali ed in generale dell’intero lotto.
L’uso degli strumenti BIM (Fabrica).
Politecnica e Fabrica utilizzano metodi e strumenti BIM per le attività di progettazione. Il percorso composto da attività legate a commesse, a momenti strutturati legati alla ricerca e sviluppo e a possibilità di scambio e confronto ha portato a rendere stabile, continuo ed efficiente l’utilizzo degli strumenti di BIM Authoring. Il progetto Caso Studio è stato infatti realizzato interamente all’interno del “flusso BIM”, infatti il software di authoring, completato da diversi plugin, ha permesso di realizzare tutti i calcoli per il dimensionamento delle tubazioni e dei condotti aeraulici e ha consentito di sviluppare tutta la computazione in modo dinamico.
Appare evidente come l’utilizzo degli strumenti BIM comporti un sempre crescente interesse verso il “lato informativo” dei modelli che è finalizzato ad aumentarne le prestazioni sia nelle fasi progettuali sia al momento della gara d’appalto e, successivamente, delle fasi costruttive, e di as built. La continuità nell’utilizzo del modello prosegue oltre, andando a servire la vita dell’intero sistema edificio-impianto rappresentando il nuovo cardine del sistema di facility management.
In ultima analisi appare evidente come accanto ad una buona e consapevole attività di progettazione, dove il progettista continua e continuerà la propria attività indipendentemente dai metodi e dagli strumenti utilizzati, diventi molto importante l’aspetto informativo legato ai modelli collegati e di conseguenza agli oggetti che li compongono e li popolano.
Gli oggetti virtuali, ovvero le famiglie BIM dei componenti vengono oggi scelte dai progettisti come elemento centrale rispetto ai modelli disciplinari che il metodo BIM prevede con enormi ricadute sulla qualità, i tempi e tutte le attività correlate per il completamento delle fasi di progettazione.
La collaborazione.
Il presente Caso Studio è apparso da subito come un’ottima occasione di collaborazione e confronto tra due realtà di progettazione BIM come Politecnica e Fabrica e uno tra i maggiori produttori di componenti impiantistiche a livello mondiale come Caleffi.
Caleffi, produttore, ha dalla sua la possibilità di migliorare gli oggetti virtuali dei suoi prodotti per venire incontro alle esigenze di chi direttamente li utilizza.
I progettisti essendo i veri e propri utilizzatori hanno invece la necessità di condividere il più possibile le informazioni necessarie per far sì che questi oggetti siano sempre più utili e integrati nel flusso BIM.
La sinergia creata durante questa collaborazione ha toccato alcuni temi e punti molto profondi essendo, per Fabrica e Caleffi, la vera prima occasione di un confronto così mirato.
Volendo scendere nel dettaglio, Caleffi ha potuto meglio comprendere le vere necessità di un utilizzatore BIM e capitalizzarle, seguendo tutto il flusso applicato ad un progetto reale; flusso che deve essere inteso come successione di tutti gli step nascosti dietro alla realizzazione di una centrale termica. Partendo dal suo schema unifilare fino al computo metrico, passando per il posizionamento di tutte le famiglie dei prodotti all’interno ed esterno del vano tecnico dedicato.
Questa stretta collaborazione, vissuta quotidianamente dalle tre realtà, ha portato molti spunti di miglioramento.
Caleffi seguendo nel dettaglio il posizionamento, utilizzo e applicazione degli oggetti virtuali che realizza, è riuscita a implementare nuove caratteristiche e parametri necessari al gruppo di progettisti per una migliore e totale integrazione degli oggetti all’interno di un progetto BIM, in tutte le sue fasi.
Computazione dinamica
Calcoli e dimensionamenti dinamici
Dall’altra parte Politecnica e Fabrica invece hanno osservato quale reale lavoro e investimento ci sia dietro la realizzazione di questi oggetti lato produttore e quali sono i punti su cui si può intervenire.
Grazie a tutto ciò le tre realtà hanno iniziato un nuovo percorso mirato all’ottimizzazione di tutti i passaggi presenti nel flusso BIM.