Le pompe a motore ventilato sono caratterizzate dall’avere motore e corpo pompa nettamente separati fra loro. La tenuta idraulica, fra l’albero e il corpo pompa è assicurata con sistemi di tenuta a premistoppa o con guarnizioni meccaniche. Il motore è raffreddato con un ventilatore.
Sono pompe utilizzate soprattutto in impianti di riscaldamento con portate elevate e in impianti di raffreddamento per evitare che il calore disperso dal motore sia un ulteriore carico termico da compensare. Come nel caso dei circolatori, di seguito esamineremo brevemente le principali caratteristiche di queste pompe (chiamate anche più semplicemente pompe o pompe a rotore secco) suddividendole in due gruppi: le pompe vecchie e quelle nuove.
Le vecchie pompe a motore hanno gli stessi limiti dei vecchi circolatori, vale a dire: i bassi rendimenti e il non essere in grado di tenere sotto controllo gli incrementi delle loro prevalenze al diminuire delle portate.
I rendimenti sono sensibilmente più elevati di quelli ottenibili coi vecchi circolatori, ma anche assai più bassi di quelli attualmente richiesti.
I diagrammi di lavoro delle vecchie pompe sono generalmente del tipo con una sola curva di regolazione e quindi possono funzionare solo a velocità di rotazione costante. Pertanto queste pompe, come i vecchi circolatori, non sono in grado di far funzionare correttamente gli impianti a portata variabile.
Le nuove pompe a motore ventilato sono in grado di funzionare con rendimenti elevati e tener sotto controllo le variazioni delle loro prevalenze al diminuire delle portate.
Le direttive europee hanno stabilito che il rendimento energetico di queste pompe sia riferito solo alla classe di efficienza dei loro motori.
In particolare, le direttive europee hanno stabilito che dal 1° gennaio 2017: “i motori elettrici delle pompe a motore ventilato con potenza nominale compresa fra 0,75 e 375 kW devono corrispondere alla classe energetica IE3 oppure alla classe IE2 ed essere equipaggiati di un dispositivo di regolazione della velocità di rotazione”.
I diagrammi di lavoro sono dello stesso tipo di quelli riportati, per i nuovi circolatori, presentati in questo articolo.
Le novità tecniche che hanno consentito a queste pompe di soddisfare le prestazioni richieste dagli impianti a portata variabile sono sostanzialmente simili a quelle considerate per i nuovi circolatori. L’unica diversità riguarda il fatto che i motori non sono necessariamente del tipo a rotore magnetico.
Va ben considerato che le pompe a velocità variabile sono necessarie ma generalmente non sufficienti a garantire il corretto funzionamento degli impianti a valvole termostatiche (VTS). Queste pompe, infatti, non sono in grado di tenere sotto controllo i ΔP in rete, e quindi si corre il rischio, specie in impianti medio-grandi, di far lavorare le VTS più vicine alla pompa con ΔP troppo elevati e le VTS più lontane con ΔP troppo bassi.
È dunque necessario, per garantire il corretto funzionamento delle VTS, ricorrere all’aiuto di appositi regolatori ΔP, che possono essere esterni (da installare alla base delle colonne) oppure interni alle valvole: è il caso delle DYNAMICAL®.