burundi caleffi

Un Paese di Bambini

Categoria
Opera civile / Infrastruttura

La prima immagine che viene riportata dai volontari giunti a Masango in Burundi nel 2006, scrive Giuseppe Antonioli, già Presidente del Rotary Club di Orta San Giulio, è quella di bambini che mangiavano con i piedi in un rivolo di acqua sporca: bambini fragili e lasciati con indifferenza e fatalismo in balia del mondo. Lì c’erano anche molti bambini orfani o abbandonati da madri non in grado di occuparsene, quindi con un destino se non già segnato, perlomeno compromesso.



E proprio questa immagine ha mosso il Rotary Club Orta San Giulio ad occuparsi di Masango: il pensiero principale era rivolto ai bambini che, in nessuna parte del mondo, per nessun motivo, dovrebbero essere lasciati soli o, peggio ancora, essere abbandonati a se stessi.



Grazie infatti ai continui viaggi intrapresi per lavorare concretamente all’edificazione delle strutture da parte dei professionisti coinvolti sono stati fino ad ora realizzati:



− L’Orfanotrofio "Casa del bambino" (400 mq comprensivo delle attrezzature necessarie)

− La Casa delle ragazze (mq. 100)

− Un Edificio adibito a  lavanderia (mq. 90)

− Un Ospedale/presidio sanitario di 600 mq con attrezzature sanitarie, letti, arredi

− Un Acquedotto di 10 km con realizzazione di 20 fontane

− Un Impianto a pannelli solari per produrre acqua calda sanitaria per l’ospedale

− Sostituzione del generatore da 50 kw.

 

La spesa complessiva ammonta attualmente a circa 370.000 €.

 

In questo contesto si è concretizzato il contributo di Caleffi che ha donato i materiali per realizzare l’impianto a pannelli solari termici per la generazione dell’acqua calda per il nuovo ospedale. La manodopera è stata assicurata da un gruppo di professionisti che si è generosamente prestato a lavorare "in cantiere" insieme ad alcuni ragazzi locali.

 

La missione cui Caleffi ha partecipato, ha raggiunto Masango nel Dicembre 2010, mentre i materiali erano già stati inviati nel mese di Marzo per mezzo di una spedizione navale con container.

 

La collocazione geografica e la mancanza in loco di personale specializzato in grado di effettuare manutenzioni ha reso difficile sia la progettazione che la realizzazione di un impianto di questo tipo: lo schema impiantistico doveva essere il più semplice possibile e soprattutto “sicuro” nel tempo.

 

L’impianto, il cui schema è visualizzabile qui (0.11 MB), è composto da un accumulo con capacità 500 lt a cui sono collegati tre pannelli solari piani della ditta Hitec (modello FK) donati anche grazie al contributo della ditta BEA di Belardi di Crevoladossola (VB).

 

Data l’assenza di problematiche causate dal gelo è stato eliminato il circuito primario con acqua glicolata per far passare l’acqua sanitaria direttamente all’interno dei pannelli solari: il consueto gruppo di circolazione è costituito da un semplice circolatore Solar (Grundfoss).

L’acqua fredda “sanitaria” proviene da un serbatoio di accumulo posto su un’altura circostante ad un’altezza tale da generare una  prevalenza di circa 2,5 bar: il circuito utenza dell’ospedale viene alimentato esclusivamente da questa pressione “naturale”.

 

Il problema più grande era la presenza di aria nell’impianto a cui si è cercato di ovviare utilizzando un degasatore verticale installato prima del circolatore, una valvola sfogo aria in ingresso alla linea dei pannelli solari ed una sulla linea in uscita dall’accumulo verso l’utenza.

 

Il controllo dell’impianto è affidato ad una centralina collegata ad una sonda di temperatura inserita all’interno dell’ultimo pannello solare. La centralina è composta da un regolatore tarato a 30°C e da un relè per il comando del circolatore.

Questa soluzione permette di rendere l’impianto indipendente dalle condizioni metereologiche e di spegnerlo automaticamente durante le ore notturne.

Le altre problematiche a cui si è dovuto far fronte sono un’eventuale condizione di stagnazione nei pannelli che verrebbe gestita dalla valvola di sfogo aria presente sui pannelli stessi, atta a scaricare il vapore formatosi, e una ipoetica condizione di sovratemperatura nell’accumulo che verrebbe gestita dalla valvola temperatura-pressione ivi installata.

L’impossibilità di avere qualcuno in grado di gestire/regolare l’impianto ha portato ad una configurazione di questo tipo, discutibile sotto alcuni aspetti ma “concreta” sotto molti altri. Una prima analisi dello stato dell’impianto verrà comunque effettuata durante la prossima missione in programma nei primi mesi del 2012.



Grazie al Rotary Club Orta San Giulio ed al generoso contributo di aziende quali Caleffi, privati ed associazioni, vede luce giorno dopo giorno uno straordinario progetto umanitario, “costruito” direttamente dalle professionalità di tutti i soggetti coinvolti.



Quali possono essere le aspettative per la maggior parte dei bambini di Masango? Anche per i più fortunati una vita media che non arriva a cinquant’anni, una povertà materiale, che dovremmo chiamare miseria, e scarse possibilità di studiare e avere quelle occasioni che, nel nostro “povero” occidente avanzato, sono normali per chiunque.



Si sta lavorando perché questa loro prospettiva cambi e cambi dal “basso”.

Ing. Domenico Mazzetti  - Responsabile Analisi e Ricerche di Mercato