Il riciclo degli imballaggi diventa voce (ecosostenibile) positiva a bilancio

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In Caleffi in un anno produciamo come residuo di imballi non più riutilizzabili oltre cento tonnellate tra cartone e pellicola di polietilene. Pesi che si traducono in volumi importanti da gestire e, prima del cambiamento, in “numeri” che per lo scopo assumevano in un anno una certa rilevanza: su circa 60.000 m² di superficie coperta, venivano percorsi 3000 km dai muletti per lo svuotamento dei contenitori, venivano spesi migliaia di euro per i conferimenti del rifiuto a discarica, venivano impiegate migliaia di ore di lavoro e occupati spazi di fatto improduttivi.

Come nasce l’esigenza?
Abbiamo trasformato un’abitudine in un’opportunità partendo dall’ascolto e dall’osservazione di chi lavora: la domanda fondamentale alla quale rispondere era “perché portare 30 kg di materiale in un metro cubo quando ne potremmo portare nello stesso volume 10 volte tanto”? Come trasformare un residuo di produzione in un valore, seppur indotto, per il Cliente? L’investimento che ne è derivato ha portato l’azienda qualche passo avanti verso un rispetto consapevole dell’ambiente.

Come venivano gestiti gli scarti degli imballaggi prima del cambiamento?
L'azienda differenziava la raccolta del cartone e polietilene in due diverse tipologie di contenitori  distribuiti nelle aree produttive e svuotati nel punto di raccolta con un servizio di muletti quotidiano. Su base almeno settimanale, avveniva il ritiro dei container da parte dello smaltitore.
Osservando l’impegno che l’attività richiedeva in termini di frequenza degli spostamenti, distanze percorse e del contenuto dei cassoni movimentati, si è constatato che il rapporto tra volume e peso del materiale trasportato era molto basso. Ed ecco che si è colta l’opportunità di un miglioramento.

Come abbiamo ridisegnato la gestione dei rifiuti?
Siamo riusciti a ridurre i volumi a parità di peso con presse compatte nel punto dove lo scarto si genera.

Innanzitutto è stata fatta una mappatura dei punti e delle quantità di materiale prodotto per punto di raccolta con l'intento di accorparne alcuni e raggiungere volumi significativi che giustificassero il minor numero di compattatori distribuiti e una movimentazione da quotidiana ad almeno settimanale. In questo modo si sono individuate la potenza di spinta delle presse e, soprattutto, la loro dislocazione all'interno dello spazio produttivo.

Fase cruciale è stato il periodo di test di circa 4 mesi con presse di diversa capacità e dislocazione, imprescindibile perché ha visto il coinvolgimento diretto delle persone quotidianamente impegnate per valutare la bontà (e la buona riuscita) dell'introduzione di un cambiamento. A 9 mesi da quella che era solo un’idea, Caleffi ha installato 21 presse Bramidan nei suoi stabilimenti produttivi.

Come misurare i benefici?
Il ritorno di investimento di un programma di riciclo di questa entità era imprescindibile. Gli obiettivi che la Divisione Logistica, sotto la guida dell'Ing. Antonello de Magistris, si è posta sono stati:

  • risparmiare almeno il 60% delle ore di lavoro necessarie allo smaltimento dello scarto;
  • ridurre di almeno il 70% i viaggi interni dei muletti;
  • ridurre di almeno il 60% i conferimenti ai punti di raccolta differenziata;
  • avere un ritorno economico dalla vendita del materiale di riciclo.

La conseguenza più bella? Riciclare il 100% dello scarto degli imballaggi permette  di risparmiare l’immissione di almeno 300 ton di CO2 nell’atmosfera (pari a 2.000 alberi), un risvolto di particolare rilievo in termini di ecosostenibilità.

I dati finora sono confortanti: in 5 mesi siamo passati da 35 a soli 3 conferimenti  con buona soddisfazione degli utenti interni che vedono migliorata la loro attività.

Da un’idea che di per sé potrebbe apparire banale ne è derivato un progetto dai risvolti che riteniamo importanti: non solo si riduce “lo spreco” in termini di Valore per il Cliente in ottica di miglioramento continuo, ma si sostengono e si perseguono obiettivi in ottica di sostenibilità ambientale, tanto importante per la politica aziendale quanto per la comunità in senso più ampio possibile.